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Intervista a Dario Brunori

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Dario BrunoriSebbene sia conosciuto soprattutto come cantautore con lo pseudonimo di Brunori Sas, Dario Brunori è anche un appassionato di produzione musicale, attività alla quale si dedica nel contesto del Picicca Studio, nato da un'idea sua e di Simona Marrazzo.

Insieme alla tua attività di cantautore, ti occupi anche di produzione musicale. Quando hai cominciato a interessarti a questo ambito, e come è nata questa passione?
In realtà ho iniziato prima come "spippolatore" che come autore. La necessità aguzza l’ingegno e per supplire alla mancanza di compagni di merende con cui comporre e suonare, ho preso un computerino a fine anni ‘90 e ho iniziato a giocare con Cubase, Cakewalk e poi Nuendo e Pro Tools. Solo sperimentando sui vari software ho affinato le mie conoscenze e ho iniziato a comprendere pian pianino i piccoli segreti che stanno dietro la realizzazione di un album.

Che tipo di apparecchiature utilizzate nel Picicca Studio di Cosenza, in particolare a livello di DAW e di software?
Lo studio usa un sistema Digidesign ProTools HD su Mac OS X, ma dispone anche di un mixer sommatore NEVE 8816, un banco Mackie da 16 canali, preamplificatori valvolari TL Audio, Focusrite e Mackie, e una quantità di insert rack quali Focusrite, TL Audio, Chameleon, BSS, Mackie e DBX.

Come molti altri studi professionali, avete scelto la piattaforma Pro Tools HD. Cosa vi ha orientato verso questa soluzione, e quali sono a tuo avviso i suoi principali punti di forza?
Ho scelto Pro Tools perché lavoro spesso in sinergia con studi che hanno adottato la stessa soluzione. Poi funziona in modo eccellente e non mi da quasi mai problemi. Io sono pragmatico, non mi interessa spulciare e indagare tutte le potenzialità della roba che ho sotto mano, uso gli strumenti per quel che mi servono. Pro Tools è un mezzo, non un fine.

Ti è capitato, anche al di fuori dello studio, di utilizzare altri software per la produzione audio?
Sì, come ti dicevo, nel mio home studio ho sempre usato Nuendo, e devo dire che anche in quel caso mi ha dato quel che cercavo. Sarà che ho iniziato con un Fostex 4 piste a cassetta, per cui la computer music in genere mi sembra un miracolo di cui esser comunque grato, anche quando devi riavviare nel bel mezzo di un mix.

Lo studio dispone anche di alcune apparecchiature analogiche; ritieni che questo genere di strumentazione possa ancora offrire ancora oggi, in un mondo dove imperano i bit e la più celebre effettistica vintage viene riprodotta in digitale con plug-ins software, un sound veramente diverso?
Picicca StudioSe la roba è buona l’analogico si sente. Anche se oggi alcuni plugs sono davvero impressionanti, e non lo dico io che non mi reputo un audiofilo accanito, ma professionisti che hanno lavorato sulle macchine vere e poi hanno testato i relativi epigoni software. E poi c’è il discorso tattile: io a livello creativo riesco con molta più facilità a muovermi su una cosa che posso toccare fisicamente, che non tramite l’automazione o pilotando un plug dal controller. Per cui, se hai i soldini vai sull’analogico e di certo non te ne pentirai.

Qual è - se c'è - il microfono/i che preferisci per la ripresa della voce in studio?
Per l’ultimo disco abbiamo usato un Blue Mouse della Bluemic e mi è molto piaciuto. Ma mi accontento anche del mio vecchio AT4050 dell’Audio-Technica. In genere mi fido dell’orecchio e del gusto di chi effettua le riprese microfoniche e, ripeto, mantengo un'attitudine non troppo nerd: se mi piace e ci sta con quello che voglio realizzare, anche un microfonino delle patatine va bene.

Più nello specifico, di cosa ti occupi personalmente nel contesto delle attività del Picicca Studio? Come e quanto contribuiscono ai tuoi dischi e più in generale al lavoro di Brunori Sas cantautore, le tue competenze tecniche e di produttore?
In questo periodo ho mollato un po’ le redini perché sono completamente assorbito dalla "Brunori Sas". Fino ad un annetto fa lavoravo regolarmente lì come fonico e produttore artistico, sia per le produzioni Picicca, sia c/terzi. Che fosse un demo di 3 giorni o un disco con produzione completa non ho mai disdegnato nulla: l’ho sempre visto come un modo per poter fare esperienza sulle macchine e sui software, cosa che mi è tornata molto utile nella realizzazione dei miei dischi. Che sia io o meno a premere "Rec", il fatto di avere confidenza con gli strumenti mi permette anche di esprimere al meglio ciò che ho in testa con i miei collaboratori e arrivare più velocemente all’obiettivo.

La "rivoluzione" digitale degli ultimi quindici anni ha portato grandi cambiamenti nel mondo della musica: dalla crisi dell'industria discografica e dei supporti materiali, all'avvento della musica liquida e della diffusione - legale e illegale - via internet. Un quadro complesso, che indubbiamente mescola aspetti positivi e negativi, e che nei fatti ha messo in discussione lo stesso concetto di album quale "opera artistica intera". Non di rado si finisce a collezionare enormi archivi musicali digitali, per poi ascoltarne solo una minima parte, spesso senza approfondire più di tanto.
La stessa qualità dell'ascolto è probabilmente calata a livello del grande pubblico, vuoi per la diffusione dei formati compressi o dello streaming generico tipo YouTube, vuoi per l'utilizzo di sistemi di riproduzione più generalisti (computer con casse multimediali, lettori portatili e telefoni cellulari con auricolari a basso costo ecc...), mentre l'Hi-Fi si è ridotto più o meno ad una nicchia.
Cosa ne pensi?
Sono d’accordo: troppa roba e troppo facilmente. Non è un discorso di soldini, è un discorso di valore che si da ad un’opera. Quando si è disposti a pagare un prezzo per un oggetto, contemporaneamente gli si da un valore. Quella attuale è una bulimia insensata, è come la sindrome da buffet, visto che è gratis prendo tutto anche quello che non mi piace, tanto alle brutte non ci ho perso niente. Ma sono tendenze che devono fare il loro corso. Quella a cui assistiamo oggi è una reazione ad un mercato Dario Brunori al Picicca Studiosempre più invadente, in cui le persone sono indotte a desiderare di tutto e non avendo abbastanza risorse finanziarie, cercano di pagare solo ciò che non possono ottenere gratis. Se si potesse scaricare da internet anche una bella pizza margherita col basilico, nessuno pagherebbe per andare in pizzeria.

Concludiamo con una domanda d'obbligo al Brunori Sas cantautore. Hai già cominciato a pensare o a lavorare al prossimo disco?
Sì, ho un po’ di materiale ma mi voglio prendere un tempo maggiore rispetto al passato. Penso se ne parlerà alla fine del prossimo anno.