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Mixare una canzone pop

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Indice
Mixare una canzone pop
Prima di cominciare
Familiarizzare con il brano
Calibrate le orecchie con un mix di massima
Il missaggio vero e proprio
Usare un noise gate
Aggiungere le parti di pad
E' il momento di una pausa
Aggiunta delle parti principali e tecniche di equalizzazione
Equalizzazione: riduzione del rumore
Equalizzazione: riduzione delle armoniche
Equalizzazione: miglioramento del suono
Bong, Boff e brillantezza
Equalizzazione: posizionamento a distanza
Equalizzazione: creare spazio nel mix
Equalizzazione: livelli automatici nel mix
Equalizzazione e trattamento delle parti principali
Tracce condivise
Riepilogo: aggiungiamo le parti principali
Regolazioni accurate dei livelli del mix
La lucidatura finale
Registrare il mix su DAT o CD
Riepilogo

Il processo di missaggio rappresenta probabilmente una delle fasi più importanti e delicate nel percorso della produzione musicale. E' una rappresentazione particolarmente efficace di come in questo lavoro gli aspetti tecnici si mescolino a quelli creativi ed artistici.
E' un'opera complessa e semplice al tempo stesso. Un'opera che, partendo da un insieme di suoni spesso poco omogeneo, costruisce creativamente la canzone, nel senso più completo del termine.
In questa lunga trattazione - pubblicata originariamente su AudioMelody - Jezar Wakefield, noto ingegnere del suono inglese (ha lavorato a diversi dischi importanti nel corso degli anni 90), affronta passo per passo il lavoro di missaggio nella produzione della musica pop e leggera in genere (Nota iniziale del Traduttore).

Mixare una canzone pop da zero

Questa serie di articoli è una guida essenziale su come mixare un pezzo pop da zero. Capita che molte persone alle prime esperienze, non sappiano da dove cominciare, e mi auguro che questa trattazione possa costituire un riferimento in tal senso.

Spesso ho l'impressione che ci siano davvero tanti appassionati che hanno comprato tutti i "giocattoli" giusti, ma mancano ancora di informazioni adeguate per usarli correttamente. In realtà, in giro si trovano un sacco di informazioni, ma tutti questi pareri discordanti possono finire per creare confusione.

E' un panorama variegato.
Da un lato ci sono i fanatici della sperimentazione, convinti di aver trovato il Sacro Graal:
- "Ho fatto passare la Stratocaster attraverso la radio di mia nonna, e adesso so che questo è il SOLO metodo per ottenere il vero suono valvolare."
E dall'altro lato ci sono i puristi:
- "Non uso mai un EQ, mai e poi mai. Prima posizionavo i microfoni, ma adesso non faccio più nemmeno questo. Adesso preferisco evitare qualsiasi tipo di attrezzatura analogica; ho inserito chirurgicamente un'interfaccia digitale S/PDIF nel cervello del mio chitarrista e mi collego direttamente a quella. Semplicemente, lui immagina gli assoli, che arrivano al mio computer con tutta la purezza del digitale. E il suono ha un fantastico riverbero naturale, frutto dello spazio fra le sue due orecchie."

Tutto ciò può essere divertente, ma può anche creare molto confusione in coloro che vogliono semplicemente imparare le tecniche di base utilizzate nella produzione del 99% della musica leggera e che, probabilmente, rimarranno più o meno le stesse per diversi anni ancora.
Capita anche di sentire affermazioni davvero strane. Gente che dice: "Roger Nichols non usa l'EQ". Basta dare un'occhiata all'equipaggiamento descritto nelle pagine web di Nichols, per rendersi conto che usa senza dubbio l'equalizzazione o la compressione, e anche piuttosto spesso. Ma come molti ingegneri del suono, spiega semplicemente che, quando è possibile, cerca di farne a meno con una ripresa corretta - un discorso tutto sommato assolutamente ragionevole.

Se state imparando, non tenetevi lontani dal riverbero, dall'equalizzazione, dalla compressione ecc... nell'errata convinzione che questi strumenti siano intrinsecamente "cattivi". Non lo sono certamente (perché mai gli studi di registrazione investirebbero migliaia di dollari per dotarsi di ogni tipo di processore immaginabile, se fosse così?). Piuttosto, sono attrezzature essenziali che prima o poi vi troverete a dover utilizzare. Certamente possono far danni, se usati malamente, ma se siete così timorosi da non provarli nemmeno, non riuscirete ad utilizzarli bene quando ne avrete davvero bisogno.

Questo è uno dei motivi per cui, tradizionalmente, negli studi di registrazione, si vedono spesso ragazzi giovani a fare esperienza come tecnici del suono. I giovani non hanno convizioni monolitiche e hanno meno timore di mettersi in gioco rispetto alle persone più anziane. Può essere un equilibrio precario ma, ad esempio, una delle ragioni per le quali i bambini sono molto abili nell'imparare ad usare le nuove tecnologie, è il fatto che non sono influenzati dagli errori compiuti nel passato. La paura di sbagliare è un limite all'apprendimento, e dovete accettare il fatto che commetterete molti, moltissimi errori nel vostro percorso per diventare un buon ingegnere del suono. Sarei davvero perplesso se mi chiedessero di lavorare con un tecnico che dicesse di non aver mai commesso errori - tutti sbagliamo! Anche molti professionisti di grande esperienza, hanno una lunghissima serie di errori alle spalle. Persino Roger Nichols racconta come agli Steely Dan sia capitato di dover spendere 60000 $ per registrare nuovamente una canzone, non avendo fatto una copia del master della registrazione digitale - e chiunque abbia a che fare con il mondo dell'audio e dei computer, sa quanto sia importante fare spesso dei backup.

Dunque, in questi articoli parleremo delle basi del missagio, ovvero di come lavorano normalmente i tecnici del suono.

Cercherò di darvi delle istruzioni pratiche su come missare musica pop. Sono tecniche che ho usato con successo su album, singoli, colonne sonore e musica per pubblicità. Non c'è niente di particolarmente originale, solo esperienza quotidiana. Se avrete l'impressione che ci sia qualcosa di strano, lamentatevi con l'intera industria discografica - non con me - perché questo è il modo in cui più o meno lavorano gli ingegneri del suono nel mondo della musica commerciale.
Non c'è assolutamente, qua, l'affermazione che questo sia il modo giusto di mixare un pezzo - non esiste affatto una cosa del genere. Ma quella che segue è la descrizione di come molte (la maggior parte?) persone lo fanno, e sebbene non ci sia garanzia assoluta di ottenere grandi risultati, potrà aiutarvi ad evitare alcuni errori, e se riuscirete ad imparare bene certe tecniche, non c'è alcun motivo per cui non possiate ottenere mix straordinari. Un sacco di dischi di successo sono stati prodotti in camera o in cantina, senza investimenti di milioni di dollari, ma con un po' di studio, buon senso, e un discreto paio di orecchie.

Mi auguro, come sempre, che i lettori trovino tutto ciò interessante e utile.

Liberamente tradotto da How To Mix A Pop Song From Scratch per gentile concessione di AudioMelody



Commenti 

 
#1 Federico Loi 01-11-2014 00:00
Ho questo articolo in pdf, letto e riletto, una bibbia, non dice cosa fare ma come fare e una volta assimilati questi insegnamenti, lavorando in una stanza non trattata e a bassi volumi son riuscito ad ottenere un risultato come questo:

soundcloud.com/.../...
 
 
#2 Andrea 01-11-2014 10:33
Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.

Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
 
 
#3 Federico Loi 01-11-2014 13:49
- Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.-

In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.